Archive for luglio 2013

Una valigia di cartone piena di illusioni

La realtà che in Italia si vive in una situazione di disagio economico lo sappiamo tutti, ma l'informazione che spesso arriva all'orecchio è sempre una: levate le ancore e partite all'estero, l’El Dorado vi aspetta!

È convinzione diffusa a meno che, di non agguantare il mitico “posto fisso”, vivere in Italia significhi accontentarsi di vivere alla giornata e accontentarsi di tirare a campare.

Perchè "là fuori" le opportunità sono infinite, il lavoro è appagante e più leggero, retribuzioni che sembrano grasso che cola fuori dai portafogli.
Peccato che di grasso c'è solo l'illusione alimentata da leggende metropolitane sparse qua e là tra racconti per "sentito dire" e siti su internet che riportano informazioni improbabili.

È facile lasciarsi infatuare dall'ordine e dalla pulizia oltreconfine, si dimenticano presto tutti i pregi che la nostra terra, l’Italia, ha da offrire, ci si sente subito colletti bianchi una volta varcata la soglia. Peccato che la situazione di crisi economica sta colpendo inesorabilmente tutto il mondo, e quegli stati che godono ancora del benessere sono letteralmente " assaltati " dai disoccupati di tutto il mondo. Così, tutte le speranze di successo diventano lavori umili, sottopagati, che bastano a malapena per pagare le utenze e i costi dell'affitto. I successivi servono per ripagarsi il viaggio di ritorno in aereo.

Oggi gli unici che riescono a farsi strada all'estero sono quelli che hanno una laurea, qualifica o certificazione riconosciuta ( dettaglio non trascurabile ) a livello mondiale.

Le grandi emigrazioni del sud con le "valigie di cartone"

C'è un altro mito da sfatare per quelli che intraprendono i "viaggi della speranza all'estero" col solo diploma e senza cittadinanza: non è così semplice trovare un lavoro.
Sono in molti a credere che il lavoro in nero ( almeno, così si pensa inizialmente ) sia la soluzione di partenza.
La concezione del lavoro in nero che abbiamo in Italia, è resa difficile all'estero per via dei maggiori controlli ( es. tutte le retribuzioni vengono effettuate esclusivamente tramite accredito bancario, risultando così tracciabili ). Aldilà di qualsiasi ente governativo che potrebbe impedire la permanenza, inoltro, il costo di un'eventuale assicurazione medica è davvero salata. Figuriamoci gli affitti.

Una volta che si è vissuto sulla propria pelle la situazione reale dell'emigrante, l'illusione lascia il posto ai sogni infranti e alla nostalgia delle proprie origini: forse si stava meglio quando si stava peggio...
17/07/13
Posted by Unknown

Il canadese imbastardito

L'avventura canadese continua, e sempre più emergono lati, a mio vedere "affascinanti" degli italiani residenti qui.

La varietà etnica è molto vasta, ma da quel poco che sono qui le conclusioni tratte sono le seguenti:

L'italiano si sente superiore. Ritengo che i fuoriusciti italiani siano il frutto di anni di indottrinamento mussoliniano dell'epoca anteguerra per ciò che dicono ripetutamente:
- L'italiano è lavoratore, al contrario dei giamaicani, asiatici etc.
- L'italiano è sempre il più corretto, al contrario degli ebrei che a loro vedere, si sono arraffati tutto
- L'italiano ha costruito il Canada ( frase ricorrente, vi sfido a non averla sentita almeno una volta da un parente canadese )

Insomma, l'italiano è sempre nel giusto, gli mancano solo i capelli biondi e gli occhi azzurri per divenire perfetti.

Foto scattata nei pressi di Driftwood, vicino Topcliff Av.
La zona in questione fino a vent'anni fa era popolata per la maggior parte da italiani, adesso è divenuto un quartiere poco raccomandabile da quando hanno costruito parecchie case popolari ( alle spalle delle volanti se ne intravedono ben due ) facendo crollare a picco il valore degli immobili. 

A quanto pare gli italiani sono stati i primi insieme agli ebrei, a "colonizzare" il territorio canadese! L'intero vicinato di Topcliff Avenue è praticamente una ex zona di soli italiani, che oggi hanno saputo ritagliarsi ( con una scrematura generazionale ) un posto nel sistema lavorativo.

L'italiano moderno che vive in Italia è paradossalmente più americanizzato dell'italiano residente in Canada, infatti è molto attaccato alle proprie radici e alle estremizzazioni comportamentali nostrane ( anteguerra, e non per solo modo di dire ).
03/07/13
Posted by Unknown

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