Posted by : Unknown 17/05/13

Ultimamente mi è capitata di rado l'occasione per poter scrivere qualche riga e buttar giù la solita arringa rompiscatole su qualche argomento in particolare, per il semplice motivo che al momento sono a Toronto, Ontario, Canada.


Panoramica della CN Tower e della città circostante
Foto +Cristina Ra 

Volevo risparmiarvi il solito triste racconto di ogni italiano che viaggia più a nord verso un altro grande Paese, per cui vi riservo solo alcune sfaccettature culturali e non di sfondo.

L'italiano è invidioso. Sono cresciuto con una brutta mentalità, dettata dal malessere economico in cui mi sono quasi sempre ritrovato, non conosco persona che non provi invidia nei confronti di un politico che guadagna settordicimilaeuri al mese con un registro che parla chiaro: assenteismo smisurato e parole campate tre metri sopra il cielo. Oggi il politico è oggetto di indignazione, ma forse parecchia gente che ne è disgustata sta lavorando per merito di un amico, un parente o per grazia divina in un modesto comune di provincia, tranquillo e stipendiato a vita dallo stato, che piova o che ci sia il sole. Nel frattempo l'edilizia sta ad aspettare la ripresa economica e chi da una vita lavora in questo settore sta via via impoverendosi sempre più. Salvo costruire qualche nuovo locale di scommesse.
Non dico di essere finito in un posto senza invidia, ma almeno non la vedo sul mondo lavoro: la gente lavora senza problemi, cambia lavoro continuamente se non gli piace! La celeberrima frase di Monti che ha scatenato il putiferio  "il posto fisso è monotono" è quasi da prendere alla lettera in questo posto! 

Studi per diventare avvocato? Fai l'avvocato!
Studi per diventare un medico? Farai il medico!
Non studi? Accontentati di qualcosa di più semplice!

Quella brutta parola in Italia è dura da pronunciare: si chiama meritocrazia.
Noi disoccupati italiani invece aspettiamo giornalmente che tizio che lavora da tizio dica al superiore di tizio un colloquio per poterci assumerci, perché ne abbiamo le palle piene di aspettare che l'ennesimo call centre risponda al nostro schifosissimo curriculum vitae per fissare un colloquio, quello è sfruttamento autorizzato! Magari abbiamo due lauree in ingegneria, ma probabilmente neanche Mc Donald ci assumerebbe. E certo, quel che ci serve è una certificazione di ben più ampio valore... La raccomandazione.
Non si tratta di un semplice luogo comune ma di una realtà verificata nell'ambiente in cui attualmente vivo.

Lo sport. Noi italiani abbiamo svariati giornali sullo sport perché siamo grandi sportivi. Un motorino lanciato dagli spalti è un episodio che  tutt'oggi mi fa ancora ridere


Esempio di sportività italiana, noi sappiamo come prendere " sul serio " una partita.
L'interpretazione dello sport in Canada è tutt'altro. Lo sport è un pomeriggio post lavoro per rilassarsi, mangiare un po' di schifezze casarecce e partecipare tutti insieme alla partita. Non mi era mai successo di vedere ad una partita con così tanta unità e così tanta serenità: non ci sono cori sfottò e non ci sono episodi di violenza. Lo stadio stesso è compartecipe assoluto ad esaltare la squadra, con maxischermi illuminatissimi e profili dei giocatori di casa esaltati ( ed esaltanti ) all'esasperazione: sono eroi!

Gli italiani che ti accolgono in Canada. Sono ospitato da una famiglia italiana che vive in Canada da ormai una vita: molti hanno perso l'accento e si è imbastardito con un'infinità di accenti dialettali ( che messi insieme danno luogo ad un accento davvero molto, molto inascoltabile! ) ed altri hanno quasi dimenticato come si parla l'italiano. La solidarietà è tanta, davvero tantissima e la nostalgia non manca mai: da parte di questi emigrati c'è la sensazione che vogliano sentirsi dire com'è bello il mare, oppure, i più anziani raccontano i bei momenti prima che la guerra seminasse morte e povertà alla gente nell'Italia mussoliniana; e soprattutto, sentirgli dire come era bella la loro terra nonostante fosse quel dolore che hanno passato il motivo per cui l'hanno abbandonata.
La casa è un via vai di amici e parenti che vengono a salutare i nuovi arrivati, un pò molto mi ricorda il film " il mio grosso grasso matrimonio greco ", portando quasi sempre del cibo fatto in casa.

Le esperienze da intraprendere sono davvero tante e ancora non sono nemmeno all'inizio del percorso da seguire. Per il momento è solo un editoriale per dire che... siamo tutti vivi!

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