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Digressioni sul mercato musicale
Si può davvero fare la distinzione fra musica commerciale e “non”?
Guardando semplicemente le classifiche degli album più
venduti/scaricati di sicuro, ed è di facile comprensione: chi si trova fra le
prime posizione è “commerciale” e quindi ha un buon seguito di fan, spesso
fastidiosi.
Tuttavia, sarebbe riduttivo limitare questa definizione alla
semplice statistica, poiché il fenomeno secondo me è più complesso.
Perché? Poniamo ad esempio che un gruppo qualunque nasca
magari in questo momento.
La prima cosa che fa ovviamente è pubblicare il primo album,
per farsi conoscere.
A mio parere, da quel momento quella band è di cassetta:
in sostanza, secondo me si dice commerciale
qualsivoglia band, poiché hanno tutte un obiettivo in comune, ossia quello di
vendere.
Invece nella comunità odierna si tende a classificare
soltanto i gruppi che vanno per la maggiore in questo modo, e solo perché la
musica che fanno non piace a quelli che si credono “alternativi”.
E non dire che non è vero, ti ho visto che stavi
canticchiando quel motivetto famoso.
Questo mi porta alla seconda definizione: i gruppi
commerciali variano da epoca a epoca.
Negli anni Sessanta c’era il Beat, nei Settanta il Rock,
negli anni Ottanta è entrata la Disco Music e nei Novanta c’è stato un po’ di
casino.
E parlando di questo periodo, basta fare una canzonetta
stupida per fare successo.
Da ciò, mi viene in mente una terza definizione: Negli
ultimi venti anni, c’è stato un crollo di qualità in ciò che ascoltiamo.
Ora, non sto dicendo che tutti i gruppi fanno schifo
rispetto a cinquant’anni fa (che fra l’altro a voler ben guardare si parla di
epoche troppo diverse per essere paragonate, un po’ come dire se è meglio Pelé
o Maradona), ma soltanto che c’è una tendenza al cantante/band “usa e getta”,
ovvero tutta una carriera basata su une canzone: se va bene durerai un paio di
mesi, se va male nessuno parlerà di te.
E un’altra cosa: i detrattori ci sono sempre stati, sono
sicuro che nel 1965 c’era chi diceva che i Beatles fanno schifo (e lo pensava: non
come ora, che chi lo dice è solo per “togliersi dalla massa”, facendo solo la
figura del cretino) e così via.
In sostanza: ascoltate chi volete, e se qualcuno vi torni a
dire che ciò che state ascoltando è commerciale e pertanto degno di essere
buttato nella spazzatura, rispondetegli che i gruppi (ma anche i solisti: oggi
sono fissato con le band) commerciali non esistono, semplicemente perché tutti
lo sono, quantomeno nell’idea di partenza.
-Aven
